Centro Documentazione Interattivo R. De Luca
racconto di Silvio Stellato
Personaggi in ordine di sparizione
Testo letto durante l’inaugurazione del calendario di ottobre
Nel nome del padre del figlio e dello spirito santo. E questo è l’incipit. Il titolo è funerale.
Ma no, non è una roba lacrimevole, anzi. Lasciatemi parlare in modo che vi spieghi quello che posso. Funerale. Il titolo è questo.
Si lo so che già Abel Ferrara ha fatto un film, The Funeral, che poi in italia è stato distribuito con il titolo Fratelli. Ma la mia è una storia affatto diversa. Non c’è mafia, nessun omicidio, nessuna famiglia numerosa e coesa, al contrario.
Non è roba lacrimevole, anzi di risate se ne fanno.
Titolo: Funerale. Ambientazione: Una piazza, Piazza Loreto, in una città, Cosenza, una provincia, del sud d’una provincia.
Personaggi in ordine di apparizione: no…di sparizione:
Raffaele, detto vecchio maestro. E pronunciare vecchio con la ci palatale e soffiata, sdentatamente, mi raccomando. Vecchio-cchìò, che noi siamo di Cosenza e maestro-sro con la r poco rotante e la t che non si sente, alla cosentina , appunto…
Vecchio Maestro o Raffaele : Poeta o Pazzo. O Poeta-pazzo fate voi.
Corporatura robusta, macrocefalo, piccoli occhi aguzzi dietro spesse lenti quadre, sorriso estatico accogliente e strafottente. Ciabatte, sovente, pigiama preferibilmente, pure in strada, tra la gente.
Giuseppe o Pippo. Musicista, strambo, gaio, gay, sassofonista.
Andatura caracollante, rotolante, inebriante, altalenante, cani e ppeddrizzuni al seguito sovente…peddrizzuni con la d-r come cuddrurieddru, che un romano per imparare a pronunciarla ci vogliono sei anni di full immersion con un maestro di livello du' spiritu santu,
Pippo dunque, sassofonista, pessimo autista, Diane sei o due cavalli. Audi cento bianca non revisionata, falce e martello disegnata, con bomboletta, sulla fiancata. Esercitava una magnetica attrazione su imbarazzanti disavventure, derivanti per lo più da equivoci o jatture.
Giuseppe Valerio o Giusva. Pittore, alcolista, esistenzialista. Gesù di Nazareth del cosentino, per l’aspetto angiolesco, occhi azzuri di biondino, sovente barba lunga e capelli a cascame e come lui, falegname. Falegname di cornici, ma suonatore anche d'armonica e teatrista e gran mangione di pasta con le mani e fumettista, inebriato di pazienza. Andrea.
Angelo. Poeta. Forse questo, forse quello, forse depresso. O poeta depresso forse, fate voi.
Di lui, delle sue pernici che volano sui campi ha detto Mario Luzi cose belle e a tutti i suoi versi hanno detto: ascoltate, non so nulla del mondo. Ma c'era una macchina ferma alla fine della strada.
Domenico o Mimmo o Maradona. Manovale, pizzaiolo e piazzaiolo, tombeur de femmes della piazza solatia. Col suo sinistro mandava il pallone a comprare il campari e il pallone tornava! Col campari sul vassoio e senza versarne una goccia.
E Gerardo, longilineo venditore di merletti alle signore e il suo jazz , boxer scatenato per la piazza a tutte le ore e tanti altri, e tanti altri ancora.
Si, la piazza. Piazza Loreto, l’ultimo personaggio in ordine di sparizione.
In un numero di altissima prestidigitazione un mago ce l’ha avvolta per due anni e qualche mese in una fredda mise di tenera lamiera circondata e poi hoplà, diversa, riordinata, mummia desertificata.
Rifatto il lifting. Dov’è Piazza Loreto? Ora…
E i personaggi di questa sim sala bim storia? Spariti. Ognuno col suo bel funerale.
Gli amici e i cani degli amici, capelloni sovente, tutti raccolti intorno a un punto di sgomento, un attimo di pace, di silenzio, un capitombolo dal chiassoso al turbamento.
Lo hanno trovato in bagno…la siringa ancora lì …è volato giù, s’è buttato…giocava alla roulette russa e s’è sparato…la malattia se l’è portato e in fretta, all’altro mondo…quale malattia?
- ...oj cò...un fà domande inopportune! -
Sì…roulette roussa, e come no!…e incidente imprevedibile e casuale certo!…sì, tossicodipendenza vizio capitale, certamente! …e depressione e alcolismo e vacabbunnaria…a veritò?
Erano fatti male! Maliresciuti…pecore nere…difettati di fabbrica da incapacità d’adattamento.
Ma no…Non è così che finisce questa storia. È un’altra la morale.
Cosenza, piccola provincia, dove tutto arriva come eco, da un mondo altro che risulta correre nel verso del futuro. In questo a parte piccolo borghese, certi hanno attitudini come dire, poco fruibili?
Insomma licciabbaca!
Poesia…mmm…carmina non dant panem dice mio padre, il sottosegretario alle risorse. E la Poesia non è una risorsa
_ e mò vediamo…che gli possiamo fare fare a sto ragazzo?
A’ sa minà a’ pala ntrù cimentu? No?
Ah si? sa scriva? ah è bravu …bbuanu!
E ra borsa a’ sa purtà? na cazzi i’ borsa! Na cazzi i’ borsa ccuri documenti…
Unn’è ca pù è unu ca si lamenta? Ca va truvannu i numeri?
A capu a’ sa chicà?
Unn’è ch’è ancunu rivoluzionariu?
Ma è troppu debole…?
L’ha vistu chiangia ancuna vota?
A cchini? A figliuma? Chiangia? Unn’ha chiangiutu mai! Mancu quann’è nnatu!
Eh…ma facci taglià però chiri capiddri…
Ah ? sa pittà?
E ru mannamu ccu mastru fioravante… a fa palazzi…
Ah sa sonà? E cchi sona?
Si sa sonà citofoni, porte e campanieddri, ci fazzù fa à campagna elettorale…
Ma no…non è nemmeno questa la morale, di questo film che vorremmo girare, budget limitatissimo s'intende niente di speciale...
Dal titolo sottratto a quel Ferrara Abèl…Funerale…però meglio al plurale: funerali...
E forse, a pensarci bene, potremmo quell’altro titolo meglio utilizzare, quello usato per l’Italia… com'era? Fratelli.
Più adatto certo, per la nostra storia.
Fratelli si, fratelli… fratelli di piazza, di strada, fratelli di campari, fratelli di canne e d’eroina, fratelli di un pensiero, certo non quello dominante, fratelli di poesia…
Fratelli, nell’essere con tutte le malevole incertezze d’esser uomini, con tutto l’indelebile imbarazzo d’esser soli, nell’esser certi d’essere fratelli nel sud del sud di una città del sud.
E sapendo bene di valer qualcosa, fratelli nell’essere fratelli nel senso del dissenso, in un a parte di una città piccola piccola, confusa…e un pò distratta…
Sim sala bim...nel nome del padre del figlio e dello spirito santo, la vita è finita e andate in pace.
SILVIO STELLATO