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La Coessenza è una casa editrice nata dal basso. È un'associazione culturale per la formazione e la comunicazione autonome. Promuove un'editoria estranea a logiche di profitto e sfruttamento degli autori e delle autrici. Lotta contro il copy right. Si fonda sui principi di condivisione della conoscenza, beni comuni, reciproco ascolto e antirazzismo.
Per Coessenza

Report laboratorio di lettura e ascolto giugno 2010


Mercoledì 30 si è svolto il laboratorio di giugno della coessenza nello spazio dedicato al poeta Raffaele De Luca: centro di documentazione, spazio d’incontro, luogo nevralgico di idee sopite e in gestazione.
Le ventuno flessibili da appuntamento risultano strategiche come approccio alla messa in cerchio e all’inizio delle letture: è delicato il passaggio dall’oralità, legittimo rigore delle relazioni quotidiane, ai silenzi collettivi che assaporano le impressioni della parola scritta.
Non è un passaggio semplice e immediato, è l’esercizio che rievoca il gusto di una pratica pressoché in disuso, l’ascolto.
Naturale sedersi intorno al cerchio e chiacchierare, Fiore racconta dell’origine indiana del ceppo rom cui lui appartiene e della scomparsa quasi totale della lingua romanes, conservata nella memoria dei più anziani.
Emilio lancia la proposta di una rivista periodica in cui raccogliere i documenti della coessenza, dove potrebbero trovare sistemazione i numerosi frammenti che giungono nei laboratori ma che non hanno un corpus tale per essere editati.
Bifo dice che è arrivato il momento di dedicarci alla nostra storia e di documentare i nostri tanti poeti. E chissà, magari questa è la volta buona per realizzare questo sogno nato con la coessenza che, però, non ha mai avuto concretezza.
L’ascolto inizia con un racconto di Marcos sulla genesi dei pensieri e rammenta che non esiste solo il pensiero dominante secondo il quale sarebbe importante solo l’individuo, ma ne esiste un altro che cerca di costruire un’altra cosa.
Fiore legge due poesie, “Africa Madre”, percorso del migrante, e la personalissima “Rimembro occhi di stelle”.
Poi tutto si svolge sui racconti, scritti e orali, della coessenza.
Emilio, nel suo pezzo, rivela la vita di coloro che pensano al particolare.
Piero introduce un brano che aveva scritto per l’inaugurazione del Centro di documentazione, una chiacchierata tra due amici sulla punteggiatura, sulle relative, i segni d’interpunzione. Il vocativo, dov’è finito il vocativo? E il punto e virgola, dove lo mettiamo?
Marisa richiama alla magia dell’ascolto alla fine della lettura e alla gioia di abbandonarsi ai silenzi collettivi poi, ricordando che il privato è politica, legge una conversazione a due su facebook: memorie di lotte passate, di una gioventù senza computer, percorsi di vita.
Manuela legge una fiaba zen “Il ladro e la luna”, la pace dell’eremo e la certezza che il ladro non può rubare la luna.
Bifo ci riporta alla storia della nostra città e parla di un passaggio che collega il vescovato con il Duomo e che è a muro a muro con la sede di Ciroma. E da pensieri su mondo credente e non credente il discorso abbraccia la spiritualità, distinta dalla religione – precisa Marisa, e arriva al comunismo primitivo di cui parlava Marx.
Chissà, probabilmente ripensare alla socialità primitiva potrebbe dare la chiave per aprire la porta di un mondo nuovo, che ritorna alla natura.
In conclusione l’ilarità della fiaba apocrifa di Giuliano, “La bella addormentata, I suppose” e la dedica dell’autore alla Scuola del Vento, a cui vuole donare l’intero ricavato della vendita del libro, affinché i pensieri si muovano e volino liberi nel Vento.
Appuntamento al mese di luglio, con l’invito a condividere il piacere della lettura e abbandonarsi senza remore all’ascolto.