Centro Documentazione Interattivo R. De Luca
Per il primo anno di attività del C.D.I. "Raffaele De Luca"
27 luglio - Grazie ai liberi operatori culturali questo luogo è tornato a brulicare di vita - Ad un anno dall'azione di tutela con cui è stato restituito al centro storico di Cosenza uno spazio abbandonato e dimenticato da tempo, Il Quotidiano della Calabria ospita un'intervista al direttore Carlo Mazzei che traccia un bilancio e guarda al futuro.
Il Quotidiano della Calabria, martedì 26 luglio 2011
Grazie ai liberi operatori culturali questo luogo è tornato a brulicare di vita
“De Luca”, un centro d’incontro
Carlo Mazzei passa in rassegna percorsi e programmi del centro di documentazione
Il dottor Carlo Mazzei, studioso di teologia ed assistente sociale, è direttore del Centro di Documentazione Interattivo “Raffaele De Luca” di piazzetta Toscano, nel centro storico di Cosenza. In questi giorni, la struttura compie un anno. Sono stati dodici mesi di intense attività culturali. Direttore, come avviene l’incontro con le associazioni che hanno dato vita al C.D.I. “De Luca”?
"L’area urbana si estende sempre di più, ma in fondo non è dispersiva. Questi ragazzi e io ci siamo incontrati sugli stessi sentieri in cui ebbi modo di condividere la meravigliosa amicizia con il poeta Raffaele, al quale il centro è stato intitolato".
Ma che cos’è un Centro di Documentazione Interattivo?
"È un luogo di sperimentazione culturale, in cui la fruizione non è passiva. Un posto in cui condividere la conoscenza, lo scambio del sapere, dove realizzare l’autoformazione, la libera espressione, lo studio, l’ascolto, l’approfondimento su temi specifici, concentrando tutti gli sforzi sul valore del racconto attraverso l’immagine, il corpo e una rinnovata importanza da attribuire alla parola".
Si spieghi meglio.
"In solo un anno, nel nostro Centro sono state autoprodotte esperienze artistiche e culturali significative. Impossibile menzionarle tutte, ma come dimenticare gli showcase di Ester Apa, il corso di fotografia tenuto da Vittorio Giordano e quello di editoria promosso dalla Coessenza, le rassegne cinematografiche di Manuela Perna, le mostre, le diverse presentazioni di libri, i dibattiti? Tanta gente ha frequentato i locali di piazzetta Toscano. Inoltre è stato per noi motivo di grande soddisfazione collaborare con attori professionisti come Silvio Stellato ed Ernesto Orrico. Tutto questo, in un quartiere che negli ultimi anni, purtroppo, non ha vissuto grandi fermenti culturali. L’attivazione del “De Luca” vuole essere il nostro piccolo contributo in questo senso".
A proposito, l’amministrazione comunale come ha reagito?
"Quale amministrazione? La precedente? Ho saputo l’altro giorno che ha sporto denuncia contro i ragazzi che un anno fa misero sotto tutela lo spazio. Incredibile! Era un luogo abbandonato al degrado, pieno di scartoffie, dimenticato da tutti. Grazie alla Ciroma, a Coessenza e ad altri liberi operatori culturali di questa città, quel luogo è tornato a brulicare di vita. Il tutto, senza chiedere un centesimo alle istituzioni. Ma l’amministrazione di centro-sinistra, invece di ringraziarci, ha chiamato la polizia. Spero si sia trattato solo di un gesto simbolico, un atto dovuto. Perché non dobbiamo mai dimenticare che tutti noi un giorno, prima o poi, dovremo rendere conto di quel che abbiamo fatto, davanti a Dio.
Con la nuova giunta, invece, il rapporto è decisamente diverso. Sembra più aperta alla collaborazione. È stata già avviata una forma di dialogo costruttivo".
Ma su quali basi si fonda la collaborazione tra lei e realtà associative come Ciroma e Coessenza che in fondo esprimono una certa radicalità?
"Sulla spiritualità. Sono ragazzi che a volte forse neanche lo sanno, ma portano il vangelo nel proprio cuore e nei gesti quotidiani che compiono. Penso per esempio alla casa editrice Erranti, un’altra delle realtà impegnate nel Centro. Da cosa può nascere la voglia di dare il massimo spazio all’energia sprigionata dai giovani autori locali, se non da una forte passione civile, riflesso di un amore verso il prossimo? Eppure il panorama dell’editoria è infestato anche da aziende che spesso sfruttano le potenzialità espressive di tanti giovani scrittori. Ecco, il punto è proprio questo: Erranti, Coessenza e gli altri soggetti con cui abbiamo costruito la programmazione del “De Luca” non sono ossessionati dalla ricerca di un riconoscimento da parte della cultura in alto. Preferiscono coltivare e coltivarsi in basso. So che forse non a tutti loro il paragone piacerà… ma anche il nostro santissimo pontefice Benedetto XVI ci esorta ad essere umili coltivatori nella vigna del Signore. E ciò che bisogna coltivare, è il principio di amore universale verso l’umanità".
Che cosa state programmando per il prossimo anno?
"Se ne riparlerà in settembre, ma abbiamo fondamenta solide su cui lavorare. Vorremmo spingere il “De Luca” verso una dimensione di “scuola civica”, dando maggiore forza alle attività che già vi abbiamo realizzato, coinvolgendo altre associazioni. In sintesi, ci piacerebbe realizzare un progetto autonomo ma condiviso sia dalle istituzioni sia dai soggetti che animano la scena artistica e culturale cosentina. È necessario rimboccarci le maniche. Ne va della qualità della nostra vita, di quella del quartiere di Cosenza Vecchia e della nostra città".
Franco Dionesalvi