Recensioni
Quando un fumetto ci narra un'inchiesta scomoda
14 dicembre - IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA - Lunedì 12.12.11 - Il capitano di corvetta perse misteriosamente la vita mentre indagava sulla Jolly Rosso - IL CASO DE GRAZIA IN UN FUMETTO -
Navi dei veleni: l’intrigo nel libro di Mangini e nei disegni di Sirianni - Giulia Fresca -
ERA il 12 dicembre 1995 quando
il capitano di corvetta, Natale De
Grazia, partì in macchina alla
volta di La Spezia accompagnato
da due agenti del pool che indagava
sulle navi a perdere, per ottenere
informazioni sulla motonave
Jolly Rosso spiaggiata ad
Amantea nel dicembre 1990.
Da allora sono passati 16 anni
e la morte di De Grazia, avvenuta
ufficialmente per arresto cardiaco
durante quel viaggio, si aggiunge
a quella di Ilaria Alpi e di
Miran Hrovatin, che ha segnato
l'inchiesta della Procura di Reggio
Calabria sui traffici internazionali
di rifiuti radioattivi.
Sulle “navi dei veleni” tanti autori
hanno scritto, tra supposizioni,
dichiarazioni di pentiti ed
analisi giornalistiche come nel
caso di Massimo Clausi e Roberto
Grandinetti.
Ma la vicenda è ancora aperta e
sulla morte di De Grazia, «non c'è
un colpevole. Non c'è una sentenza.
C'è un intrigo. Anzi, più di
uno». Scrive così Enzo Mangini,
autore del libro “Natale De Grazia
- le navi dei veleni” edito da
Round Robin.
Si tratta di un testo diverso dagli
altri nella forma ma non nella
sostanza. È la storia raccontata
dallo stesso protagonista De
Grazia in un fumetto magistralmente
realizzato dal disegnatore
Pierdomenico Sirianni e presentato
sabato pomeriggio a Cosenza
presso il centro documentazione
interattivo da Francesco
Cirillo, Claudio Dionesalvi, Rodolfo
Ambrosio e Raffaele De Luca
«Per scrivere i testi delle 70 tavole
della storia a fumetti ha detto
Mangini - abbiamo esaminato
i libri degli ultimi due anni. È
una vicenda che potrebbe ispirare
un film tanti sono gli elementi
che contiene: ci sono le ombre sui
servizi segreti, il capitano eroico,
le onorificenze postume, i segreti
di Stato. Ma non c'è un colpevole.
Non c'è il cattivo. E soprattutto
non c'è una fine. Abbiamo
scelto di far parlare De Grazia,
persona della quale
ci si era dimenticati e che
ha troppe cose da dire.
Certamente scomode
per molti».
«I magistrati che hanno
aperto le due inchieste,
quella sulla Jolly
Rosso e quella sulla morte
di De Grazia, hanno
fatto a gara per chiuderle
subito, archiviandole
per mancanza di prove»,
ha detto Francesco Cirillo.
«Eppure - ha proseguito - sono
state portate avanti su loro richiesta
con grande dispendio di
mezzi e denari. Credo che dietro
la vicenda di De Grazia ci sia l'ennesima
storia dei servizi segreti
fatta di depistaggi e di corruzione.
Egli era la scheggia impazzita
di un pool che dopo la sua morte
si è sgretolato. Tutti sapevano
e questo fumetto aiuta a far conoscere
i tanti lati oscuri da chiarire