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Presentazione del libro “Goodbye, Marx” - Sabato 12 dicembre ore 17.00 - Casa delle Culture, sala Gullo


Presentazione del libro “Goodbye, Marx”
di Antonio Grano.

Goodbye, non è un addio


La voce narrante è un giornalista, corrispondente dagli esteri e di guerra. Ex militante sessantottino, ricorda la figura di Tiziano Terzani. Siamo ai tempi della guerra in Iran.
Il romanzo narra la vita di Marx, le sue vicende personali, familiari e politiche, mentre il giornalista lo cerca in un viaggio nell’oltretomba, di dantiana memoria.
Lo cerca per mezza Europa, ritrovando i luoghi, le case, oltre ai familiari, i suoi amici e collaboratori, come il grande Engel e gli avversari politici, del calibro di Bakunin, Proudhon, i fisiocratici.
Finalmente lo trova a Napoli, simbolo del pianeta agonizzante (e metafora, nell’autore, di tutto il suo pessimismo e catastrofismo).
E qui si sviluppa la parte più sorprendente e inquietante del libro ,che si svolge, nelle ultime cantiche, in un confronto diretto tra il grande pensatore politico, filosofo ed economista, e il giornalista, soggetto narrante.
L’autore mette in bocca a Marx morto, affermazioni di tipo catastrofico riferite al passato, al presente e al futuro della storia del movimento operaio internazionale(il comunismo non è mai esistito, non esiste, non esisterà mai più); il pianeta è ormai in agonia; il treno della Storia è passato. Il marxismo ha sbagliato tutto, riferendosi e basando le sue previsioni su un sistema che non c’è più. Gli errori imperdonabili di Marx.)
“Argomenti che invocano dibattito anche aspro. Amerei un contraddittorio nel corso del quale qualcuno riuscisse a dimostrarmi che il mio catastrofismo è ingiustificato.”
La sfida lanciata da Grano, che pure insiste a ritenere il suo libro non un manifesto politico, ma un atto d’amore, un poema dedicato ad un uomo che ha amato e in cui ha creduto e al quale dice goodbye non nel senso di addio, è stata raccolta da Franco Bifarella, suo vecchio amico e compagno, che, presentando il libro, pur tessendone le lodi ( “mi ha commosso”), ne metterà profondamente in discussione le tesi e le conclusioni..
Il libro, in modo coinvolgente, esprime l’amarezza, i dubbi, l’inquietudine, le domande irrisolte non di un uomo solo, ma di tutta una generazione.