La Coessenza è una casa editrice nata dal basso.
È un'associazione culturale per la formazione e la comunicazione autonome. Promuove un'editoria estranea a logiche di profitto e sfruttamento degli autori e delle autrici. Lotta contro il copy right. Si fonda sui principi di condivisione della conoscenza, beni comuni, reciproco ascolto e antirazzismo.
Appunti
Africamadre
A sacco gli occhi valicano la meta,
utopistica per tanti
che vi troveranno una fine funesta sulle navi
dal canto antico…
velieri che suggellano un compiersi scindo.
La visuale che hanno i nostri astri piangenti rende tutto
graffito,
inciso tributando ansioso l’arrivo…
l’irreale varca la meta chimerica e quel che si sente non è futile.
Le lacrime calde che percorsero il viso sulle rive del suolo natio
non son struggenti coltelli confitti nei nostri fianchi
se nell’animo nostro vige un avvenire migliore,
in cui la fame nostro nemico non sarà pane quotidiano
ma reminiscenza longeva che pur accompagnandoci
nel cammino incerto della vita
regalerà ai figli nostri
quel che a noi ha voluto privare…
quel suol solcato privo di ponti,
e accresciuto da fiumi essiccati,
è stato nostra madre…
Non siamo scibili, ma figli della stessa terra che a noi appare malevole.
Le nostre tremule gambe toccano terra
i passanti incrociano i nostri sguardi,
lo fanno con disgusto,
r’iniziano le pene e tutto sembra essere ostile…
costretti sotto l’occhio maligno d’un vile latifondista
veniamo sfruttati, maltrattati, siamo schiavi, bestie spoglie di nomi.
Africamadre, figli della guerra, come padre l’avversità e la dolenza…
Le dita piangono l’Africa, e cercan la pacatezza…
Fiore Manzo
Fiore Manzo - Africamadre
Africamadre
A sacco gli occhi valicano la meta,
utopistica per tanti
che vi troveranno una fine funesta sulle navi
dal canto antico…
velieri che suggellano un compiersi scindo.
La visuale che hanno i nostri astri piangenti rende tutto
graffito,
inciso tributando ansioso l’arrivo…
l’irreale varca la meta chimerica e quel che si sente non è futile.
Le lacrime calde che percorsero il viso sulle rive del suolo natio
non son struggenti coltelli confitti nei nostri fianchi
se nell’animo nostro vige un avvenire migliore,
in cui la fame nostro nemico non sarà pane quotidiano
ma reminiscenza longeva che pur accompagnandoci
nel cammino incerto della vita
regalerà ai figli nostri
quel che a noi ha voluto privare…
quel suol solcato privo di ponti,
e accresciuto da fiumi essiccati,
è stato nostra madre…
Non siamo scibili, ma figli della stessa terra che a noi appare malevole.
Le nostre tremule gambe toccano terra
i passanti incrociano i nostri sguardi,
lo fanno con disgusto,
r’iniziano le pene e tutto sembra essere ostile…
costretti sotto l’occhio maligno d’un vile latifondista
veniamo sfruttati, maltrattati, siamo schiavi, bestie spoglie di nomi.
Africamadre, figli della guerra, come padre l’avversità e la dolenza…
Le dita piangono l’Africa, e cercan la pacatezza…
Fiore Manzo