La Scuola del Vento
Né progetti né volontariato rieccoci al fiume
Per il quinto anno consecutivo, ci siamo rimessi in cammino. Anzi, non ci siamo mai mossi dal luogo in cui nascemmo. Il campo rom di Vaglio Lise, sulla sponda sinistra del fiume Crati, ci ospita. Insieme agli abitanti di quelle casette in legno, cartone e lamiera, abbiamo costruito la Scuola del Vento. Lo abbiamo fatto per amore verso i bambini, per la gioia di condividere storie, momenti, e percorrere insieme salite e discese. Soprattutto è stata l'indignazione verso ogni forma di razzismo e xenofobia che ci ha spinto a realizzare laboratori creativi e cineforum.
Mai, neanche per un istante, abbiamo pensato che il nostro fosse “volontariato”. Nutriamo grande rispetto nei confronti di chi dedica la propria vita agli altri. Ma noi non abbiamo alcuna lezione di civiltà da impartire, né riusciamo a credere in un’esistenza ultraterrena da conquistare mediante opere di bene. Tutte le volte che in nome delle sue origini etniche o delle basse condizioni sociali una persona viene aggredita, schiavizzata, emarginata, incarcerata, torturata, uccisa, noi ci chiediamo: “Dov’è il buon Dio? Dov’è?”. E ci piace pensare – con le parole di un poeta che un tempo sentivamo a noi vicino – che il “buon Dio” è proprio quella persona, cioè colui o colei i quali sono aggrediti, schiavizzati, emarginati, incarcerati, torturati, uccisi.
Non siamo volontari, però non percepiamo un centesimo per le attività che svolgiamo. Sappiamo che intorno alla questione rom e, in generale, a quella dei migranti, si è formata una palude di interessi politici ed economici. Abbiamo denunciato, e continueremo a farlo, il “business dell’accoglienza”. Da quella palude vogliamo restare fuori. Ci basta già la melma in cui annaspiamo ogni istante della nostra giornata in questa terra asservita a feudatari e malandrini.
Eppure non è soltanto per quel Dio che frequentiamo il campo rom di Vaglio Lise. No! C’è una ragione più profonda che ci spinge a farlo. Ed è l’ostilità verso i potenti e i prepotenti, il disprezzo totale nei confronti dei fascismi vecchi e nuovi, siano essi espliciti o mascherati.
Non sappiamo quali e quanti obiettivi abbiamo raggiunto in questi anni. Di certo, grazie alla collaborazione con altre associazioni, con gli stessi rom e con tanti cittadini di Cosenza, bloccammo lo sgombero forzoso del campo. Di certo, siamo riusciti a far sentire meno alieni da questo mondo, tanti che all’epoca erano bambini ma che ormai sono diventati quasi uomini e donne. Si fa prestissimo a diventare adulti quando si cresce in una baraccopoli. Di certo, avendo contribuito alla redazione dell’Agenda rom, stiamo impedendo alle “istituzioni” di restare indifferenti, fare di testa loro, attuare operazioni speculative sulla pelle della comunità che abita in riva al fiume. Di certo, non abbiamo “soluzioni”. Già la parola ci appare inquietante. La lasciamo ai prestigiatori della politica e ai tribunali. A noi non interessano i “progetti”. Non capiamo cosa sia rimasto da “progettare” in questo mondo. Preferiamo la parola “costruire” che è più umile, pratica, meno avveniristica, tendente all’autonomia!
Per il resto, poco ci rimane: le strette di mano e i sorrisi di quelli che quando arrivarono, erano bambini. E soprattutto ci rimangono le domande. Che continueremo a farci. E che continueremo a rivolgere al resto della nostra città.
novembre 2013, campo rom di Vaglio Lise, sponda sinistra del fiume Crati, Cosenza, regione mediterranea. LA SCUOLA DEL VENTO
programma:
- a partire da martedì 5 novembre, tutti i martedì fino a gennaio, laboratorio PINOCCHIO a cura del maestro burattinaio Angelo Aiello.
- novembre (data da definire): presentazione del libro "Segregare costa" di A. Ardolino
- Dicembre (data da definire): mostra fotografica
- una volta al mese cineforum