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Appunti

13.11.10 - Coessenza Quindici Minuti -


13.11.10 22:30 – 22:45
- Coessenza, Quindici Minuti -

Intro di Stefania, con la Fiaba “La Giraffa Vanitosa” e un articolo di giornale relativo ad un controllo effettuato dai vigili urbani presso il Centro di Documentazione


L’entusiasmo viene interrotto…
La prima sensazione che mi assale è la confusione…
La paura di cadere in un vortice privo di poesia
È presente…
Per fortuna che ci sono le favole che riescono a
sostenere i nostri pensieri…
Il movimento della penna si è bloccato…
Cerco di dare ordine ai miei battiti senza riuscirci…

Maurizio


Africa Madre Terra che tutto rivela, l’uomo ancora non è riuscito a sottometterla completamente
Perciò le scimmie senza tempo hanno occhi e voci e sensi più spiccati per divenire nelle menti di chi non si domanda il senso della propria esistenza,
saltando tra un ramo e l’altro delle coscienze diffondono Comunioni
esercitazioni per pensare stimolano la nascita d’azioni.
La scimmia è il simbolo embrionale
dell’umanizzazione dimenticata.
C’è un tempo in cui l’uomo concepisce il collaborazionismo e progredisce,
ce n’è un altro in cui dimentica e si autodistrugge.
è allora giunto il momento di ridare spazio all’arcaica istintività.

Onofrio


La luna cresce, Pianeti,
onda energetica strana
coincidenza, gestione del posto
combinazioni, quali controlli, bussano, occupanti
Raffaele scomparso, abbandono
Verifiche, Autorizzazioni; Attive della Cosenza Sociale.
Fiaba giraffa vanitosa
snella e agile. Superba,
Stufi, lezione scimmiesca.
Datteri. Alta ma senza gli altri non realizza.
Movimentismo tempi convenzioni.

Flussi ordinari, rimbalzi di energia
sparigliano presenze materiali
Assenza sentite.
Riflessi di luce Notizie amplificate
Flesch nella notte sui camion
Pieni di immondizia
Resti di infelicità materiale in discariche
o inceneriti che provocano altra infelicità
tumori, cancaru.
Falso! Non veri! Ma allora cosa sono?
Perché sono? I rifiuti camminano!?
E dove vanno? Se non sappiamo dove vanno i nostri rifiuti, possiamo sapere dove andiamo noi?
Un tempo gli oggetti erano creati
Un tempo gli oggetti erano venerati.
Artigiani dalle mani dure e precise, sapienza dei padri,
e amore delle madri
E gli oggetti venivano ereditati
La ricchezza era nel fare
nel donare
e non nel consumare.
Oggi la nostra vita si consuma veloce e non ha più valore come gli oggetti che consumiamo.
Produci, consuma, crepa.
E trasformiamo la materia in immondizia.
E disperdiamo energia.
Ma è troppa
non è processo degenerativo della vita.
La materia è l’energia
Sapranno riorganizzarsi
ad un livello più alto.
È stato già fatto.
Dalle molecole, ai microbi alle piante, agli animali all’uomo.
La complessità raccoglie l’energia e la condensa in materia

Oreste


- Cosenza, Centro di Documentazione Raffaele De Luca -

Oggi questi quindici minuti mi arrivano da dentro lo stomaco,
a tirare, strattonare; ledono un illusione di calma che è nata già da tempo,
morta.
Se potessi vedermi dall’esterno, lontano dai confini del mio corpo, credo mi stupirei nel trovare un solo, ampio, fascio di nervi.
Tutti tesi, tutti spogliati della pelle, esposti.
A mandare vibrazioni basse, indecifrabili, che si impastano con spazzatura e gioie del passato.
La favola, stasera, mi ha sfiorato, scivolando via per terra;
l’ho intravista e per un secondo ne ho immaginato il profumo.
È da una settimana che dentro si sposta ogni cosa, secerne fiumi di pensieri, ma non sono acido.
È da una settimana che mi guardo intorno,
tra i muri della città che attraverso,
sui mattoni levigati delle sue strade,
nascosto tra le rughe dei volti che incontro,
avverto qualcosa.
Qualcosa che forse ho tra le costole,
nascosto alla vista del cuore,
qualcosa che urla e getta pittura dovunque.
E urla sempre. Sempre.
La Tv.
Le mie mani.
Il respiro.
Le scempiaggini di chi oggi passa il tempo a dimenticare.
Guardo il passato scritto su una bandiera.
Lo scopro mio.
Ne sento l’appartenenza.
E non riesco a trovarlo piantato nel legno scuro di questo lungo anno.
I minuti si spengono.

Carlo


È la sperimentazione di nuovi metodi di condivisione.
È riflessione, o pensiero comune. L’atto dello scrivere diventa la parte più intima di sé stessi che, come in un grande amore, va donata così senza pensare. È la coincidenza. Quella scintilla che a un tratto prende forma in qualcosa che andrà perfettamente a incastrarsi nel mosaico della vita.
Con il pezzo perfetto.
Bianche pareti scrostate, una scritta “Rosarno” sotto i miei occhi, e delle immagini, a rendere reale la lontananza.
Le grida disturbano, ma è peggio il rombo del motore.
È la capacità di mettersi in discussione,
rispondere alle barriere mentali.
Quel piccolo mondo si stava creando un quilombo, comunità resistenti alla schiavitù.
La fuga, e la ricostruzione. Schiavi africani, europei, indios, pelle bianca. Tutti insieme, chiusi in cerchio, a resistere. E lì, eles jogaram a capoeira.
Sembriamo dei folli, o forse solo siamo illuminati?
Folli o illuminati?
Perché sono le cose strane che stimolano la creatività nella vita. E noi dobbiamo creare.
Creare. Creare. Creare.
Suona il bip, che ci riporta alla realtà, alla comunità.
E qualcuno se ne va.

Stefania


La scimmia percorre la giraffa che si lascia attraversare,
la giraffa e la scimmia sono la strada che esiste in quanto percorsa, la traccia è il cammino.
La vanità è una strada che se esiste è destinata a scomparire.
“Guardatemi io sono la più bella” io guardo e non ti trovo, dove sei? Io sono qui
per un attimo una macchia del tuo manto maculato
mi perdo e mi trovo in te, con te, nella macchia e il foglio bianco
negli interstizi tra una parola e un'altra. Io chi?

Giuseppe


Città e gente, magnifica gente…
Anche la giungla è magnifica e nell’una come nell’altra è importante il sorriso, la gioia e la presenza, l’esserci dentro
sapere di essere in un tutto e di essere una meraviglia come la Tigre fiera nella steppa africana
uguale al micio in un salotto.
Che salta sul tavolo della cucina.
Guardo voi e vi adoro, adoro il viso di Raffaele che, quieto ma presente ed attento, ci guarda dal muro dov’è ritratto, adoro l’odore di questo posto antico e nuovo, adoro quando ci ammucchiamo sul divano affossato ma comodo per vedere i film che proiettiamo
adoro pure Ivana quando viene a trovarci, purchè stia ferma. Adoro i mandarini che porto qua e che mangiamo tra una chiacchiera e l’altra
Compà Ore ha parlato di luna, adoro la luna che sempre ci aspetta quando usciamo da qui, calante o crescente e che sempre ci accoglie, quella luna che si riflette sull’acqua della terra
ma che in fondo, possiamo trovare solo libera ed immensa nel cielo….

Manuela