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La Coessenza è una casa editrice nata dal basso. È un'associazione culturale per la formazione e la comunicazione autonome. Promuove un'editoria estranea a logiche di profitto e sfruttamento degli autori e delle autrici. Lotta contro il copy right. Si fonda sui principi di condivisione della conoscenza, beni comuni, reciproco ascolto e antirazzismo.
cultura, politica e società a Cosenza. Appuntamenti

- Assemblea di movimento dell'area urbana di Cosenza


L’ultimo anno Cosenza e il suo hinterland sono state attraversate da una miriade di momenti di lotta che hanno aperto scenari determinati e conflittuali rimettendo al centro un forte protagonismo sociale dal basso. Dai presidi di Donnici e Celico, a difesa del territorio dalla devastazione ambientale data dalla scellerata gestione dei rifiuti in Calabria negli ultimi 20 anni, dove si è riusciti a far venir fuori lo spirito di coesione comunitaria che difende la sua terra e non solo, ma solidarizza anche con gli altri territori della regione a rischio devastazione ridando slancio e forza al movimento ambientalista. In entrambi i casi abbiamo vissuto momenti di forti tensioni con la politica locale e le istituzioni e di conflitto con le forze dell’ordine a difesa degli interessi delle lobby dei rifiuti. Abbiamo visto nascere nuovi spazi sociali come la Fucina Anarchica e l’occupazione dello S. P. Arrow che segnano un punto a favore della cultura e della socialità dal basso.

Cosenza è stata fortemente caratterizzata dalla ripresa della lotta per la casa che, dal 31 ottobre 2013, con l’occupazione delle canossiane, ha tracciato un percorso di lotta meticcio e determinato , assolutamente non scontata per una città dove la casa come il lavoro sono stati da sempre terreni di scambio elettorale (clientelismo) sui quali molti esponenti politici hanno fondato la propria carriera fin dagli anni 70.

Occupazioni abitative ed azioni comunicative hanno risvegliato una città assonnata ed assuefatta alle logiche clientelari o di compravendita degli alloggi popolari declinando il bisogno casa sul terreno della lotta e della conflittualità come unico modo per riappropriarsi direttamente dei diritti negati. Dall’occupazione dell’ex istituto delle Canossiane, passando per quelle clamorose di Banca d’Italia e del Castello Svevo, dall’occupazione di via Neghelli, nel salotto buono della città in pieno giorno (proprio per questo sgomberata nel giro di due mesi dall’esercito), e la nuova occupazione dell’ex scuola elementare di Portapiana, alle ripetute occupazioni della prefettura per l’apertura di un tavolo sull’emergenza abitativa, si sta sviluppando un movimento di lotta che è partito dal bisogno casa, e che ha ancora molto da fare e da dire, per poi sviscerare una serie di tematiche connesse dalla precarietà ai diritti dei migranti ecc.

La rete di economia solidale Utopie Sorridenti che attraverso il GAS promuove insieme ad un consumo critico le caratteristiche dell’agricoltura contadina calabrese mettendo in contatto non solo produttore e consumatore ma riproducendo un vero e proprio mercato in cui si stringono relazioni comunitarie e non societarie.

Diverse anche le realtà che animano il Campo Rom, non di assistenzialismo ma di percorsi che rispettano le tradizioni e le culture dei Rom, che nonostante le difficoltà riescono a opporsi alle politiche di ghettizzazione.

E ancora l’importante corteo del 10 maggio scorso “Decidiamo noi”, completamente autorganizzato che ha visto la partecipazione di oltre duemila persone in un momento fortemente ricompositivo in cui le diverse lotte hanno creato quel giusto processo di osmosi che ha permesso di arrivare allo sciopero sociale del 16 ottobre, che ha visto anche l’occupazione simbolica dello studentato San Gennaro (oltre a due diversi –ma fortemente connessi- cortei a Cosenza ed all’Unical), con una composizione che rispecchiava le soggettività che quotidianamente agiscono in difesa dei diritti e dei beni comuni contro precarietà, disoccupazione, politiche di austerità e neoliberismo che devastano e saccheggiano le nostre vite, i nostri territori ed il nostro futuro tracciando la volontà precisa di cominciare a parlare e costruire un percorso comune che unisca l’Area Urbana delle lotte e dell’autorganizzazione, per una narrazione che vada al di la della retorica speculativa di Occhiuto e Manna.

E’ evidente che questa ricchezza accumulata fino ad oggi può ricostruire un forte immaginario collettivo che esca dall’ottica della frammentazione delle soggettività e dalla vertenzialità delle singole lotte per cercare di costruire una visione comune per rispondere adeguatamente alle sfide che le politiche delle larghe intese, sia in chiave europea che in salsa nostrana, ci pongono quotidianamente.

A tal proposito si invitano tutte le realtà attive che si vogliono sentire parte di questo processo da costruire mercoledì 29 ore 18 in aula SSP1 Università della Calabria - Arcavacata - Rende.