La Scuola del Vento
Quando le "istituzioni" derubano i rom
Dicembre 2014 - Sulla pelle di rom e migranti mangiano politici, delinquenti e progettisti. Adesso che lo dice anche la procura di Roma, allora sì che ci potete credere. Ma quando lo denunciavamo noi, siamo stati ignorati oppure linciati da qualche insolente idiota che in compagnia di Alemanno si faceva pure fotografare. Ci piacerebbe sapere dove siano adesso i capipopolo che riempivano i giornali di appassionati appelli per mandare “via gli zingari da Cosenza”. Sull’intolleranza e la paura hanno costruito le loro fortune politiche, raggranellando quelle poche centinaia di voti che escono più dall’intestino che dalla mente degli elettori. Adesso tacciono, forse in attesa di cavalcare la prossima ondata xenofoba.
Nel dossier “Segregare Costa”, presentato esattamente un anno fa all’interno di una baracca nel campo rom di Cosenza, insieme ad alcuni ricercatori ed associazioni romane, abbiamo anticipato i risultati dell’inchiesta su “Mafia capitale”. Nelle carte che consegnammo ai mezzi d’informazione, al Sindaco ed alle persone capaci ancora di ascoltare, spiegavamo quale sia l’entità del business costruito a danno delle comunità rom in grandi città come Roma, Napoli e Milano. Facevamo nomi, cognomi e davamo riferimenti precisi. Anche a proposito di quanto accadeva (ed accade) nella nostra città, non abbiamo esitato a denunciare i “progettini” parassitari finanziati sulla pelle dei rom. Ma qui è improbabile che la procura scopra e colpisca il livello più alto del malaffare. Inquirenti, delinquenti e politici, nella maggior parte dei casi, camminano, pregano e mangiano insieme.
Dall’inizio del 2014 abbiamo toccato con mano la vergogna del mangiamangia costruito sull’emergenza Nordafrica. Milioni di euro piovuti dalla Protezione civile nelle tasche di associazioni che si riempiono la bocca con parole come accoglienza e tolleranza, ma hanno come unica finalità quella di riempirsi la panza.
Oggi abbiamo la conferma che sui Centri di Prima Accoglienza si sono concentrati gli interessi delle peggiori tra tutte le mafie, quelle che si annidano nelle istituzioni.
Di fronte a tutto questo marciume, qualsiasi essere umano dotato di buon senso e volontà di costruire insieme ai propri simili un’alternativa di società, non ha più bisogno di indignarsi. L’indignazione è un sentimento superato, perlomeno per quanti non hanno bisogno di leggere le pagine dei fascicoli giudiziari. C’è da rimettersi in cammino. Il nostro non si è mai interrotto. Noi non gestiamo né milioni di euro né progetti. Fino alla scorsa estate gestivamo una baracca in legno, lamiera e cartone nel campo rom, sulla riva sinistra del fiume Crati, a Cosenza. Insieme alle donne, agli uomini e i bambini che abitano in quel campo, abbiamo mantenuto viva quella baracca per cinque anni. Poi un fuoco dispettoso ma non doloso ce l’ha portata via.
Con l’inizio dell’anno nuovo, le nostre attività saranno temporaneamente ospitate dalla chiesetta in legno, che i rom hanno costruito con le loro forze all’interno del campo.
Tutte le persone e le associazioni che vogliono divertirsi, ribellarsi ed autoformarsi insieme a noialtri, sono invitate a partecipare. E possono stare tranquille: in mezzo a noi non hanno cittadinanza né mafia né capitale.
Cosenza, Dicembre 2014, La Scuola del Vento