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lettera aperta di Cirillo ai cittadini di Praia Mare
12 gennaio 2015 - “Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti” cantava De Andrè nella sua “Canzone del maggio”, ed oggi noi la cantiamo davanti a quei cancelli chiusi della Marlane, dopo la vergognosa assoluzione del dicembre scorso, decisa da un tribunale che non ha avuto il coraggio di guardare in faccia la realtà. Dopo quell’assoluzione diversi Praiesi si sono sentiti assolti, assieme al loro ex sindaco Lomonaco ed ai vari capi e capetti che hanno diretto quella fabbrica di morte. Non sono solo i 107 operai deceduti, a gridare GIUSTIZIA, ma anche le altre centinaia di ammalati di cancro della fabbrica stessa e anche del circondario. Leggo su faceboock i soliti “utili idioti” gridare contro chi ha avuto il coraggio a rompere quei silenzi che hanno accompagnato l’attività di quella fabbrica. Leggo di Praiesi che rivendicano il fatto di non essersi costituiti parte civile pur avendo avuto padri e famigliari morti di tumore. Gli stessi che volevano la VERITA’, che non volevano soldi per la morte dei familiari, sono gli stessi che non hanno mosso un dito perché questa verità venisse fuori e che ora denigrano chi lo ha fatto. Accusano me personalmente di aver scritto un libro per guadagnare sulle morti della Marlane, disconoscendo così, non solo il mio lavoro, ma anche quello di tutti quei giornalisti e militanti ambientalisti, che scrivono di inchiesta come Saviano, Stella, Travaglio. Accusano gli ambientalisti di voler strumentalizzare la questione Marlane per puro elettoralismo, senza sapere che non uno solo degli ambientalisti che da anni ha lottato per la ricerca della verità si sia mai presentato in qualche lista sia comunale che regionale. Le ultime regionali sarebbero state una buona occasione per mettersi in qualche lista, e nessuno lo ha fatto, proprio perché non è questa la nostra logica, né mentalità. Il libro, “Marlane la fabbrica dei veleni” è servito a dare una visibilità nazionale alla questione ed i soldi delle vendite sono stati impiegati esclusivamente per nuove ristampe (ne uscirà una nuova appena si conosceranno le motivazioni della sentenza), di conseguenza gli autori non hanno preso una sola lira, anzi spesso ne hanno tirato fuori dalle loro tasche per presentarlo in varie regioni d’Italia. Le librerie di Praia a mare lo hanno boicottato e così le istituzioni che mai hanno voluto offrire la sala consiliare per presentarlo. Il processo non sarebbe mai iniziato se non ci fosse stato qualcuno che ha fatto denunce su quelle morti, e pur non condividendo la cifra stabilita come risarcimento, abbiamo sempre pensato che le famiglie, ridotte sul lastrico a seguito della morte prematura del loro congiunto, ne avessero diritto, così come prevede il codice civile e penale. Ora a Praia possono tutti respirare, certamente stando lontano dall’area Marlane dove ancora esistono tonnellate di rifiuti tossici sotterrati. Venissero loro adesso a risolvere la problematica esistente, o facciano ancora finta che niente è successo e sentirsi assolti anche nelle loro coscienze. Io avevo una sorella che abitava vicino alla fabbrica. E’ morta di tumore a 50 anni. Come lei altre persone vicine alla fabbrica sono state colpite da tumori che nessuno ha voluto spiegare. Da dieci anni chiediamo un’indagine epidemiologica su Praia a mare e Tortora, da dieci anni chiediamo un registro dei tumori, da dieci anni chiediamo la bonifica di tutta l’area. Da dieci anni presidiamo il tribunale ed i cancelli della fabbrica, alla ricerca della VERITA’ che già conosciamo. A voi che vi credete assolti non vi abbiamo mai visti, neanche un solo minuto a rivendicare il lavoro dei vostri familiari, certi e forti del vostro servilismo ai potenti di turno. Lo so che ci odiate per il lavoro che facciamo, che siamo fastidiosi, ma è bene che lo sappiate, noi continueremo, non ci fermeremo e lotteremo fino alla fine per garantire, non a voi ed alla vostra tranquillità, ma alle generazioni future un mondo migliore ed una cittadina libera dai veleni, dove si possa respirare in pace senza pesi sulla coscienza.
Francesco Cirillo militante ambientalista del
Comitato per le bonifiche dei terreni, fiumi e mari della Calabria